Se ne accorse anche André Malraux, che ne approfittò per scrivere nel 1947 un bel libro che mostrava come questo fenomeno, in positivo, permettesse di crearsi un proprio luogo ideale, un museo immaginario o, secondo la traduzione italiana, un “museo dei musei”.
Una galleria di capolavori assoluti, selezionati seguendo le imperscrutabili vie di un opinabilissimo gusto personale e naturalmente isolati dai contesti o dai cicli di appartenenza. E allora eccoli lì, i gioielli prediletti, tutti allineati in un’infilata di riproduzioni.

Intento di queste pagine sarà tracciare qualche percorso tra le mille opzioni - collegamenti, sequenze, analisi - che quotidianamente offre la Rete. Un “non-motorino” di ricerca tutto devoluto alla causa delle immagini? Forse! Vedremo....
Tanto per rimanere fedeli all’assunto del blog, ecco due link su quanto citato nel post:

http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Benjamin.html
Alcune note sul suo saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica:
http://www.kore.it/CAFFE/benjamin/benjamin.htmSu Malraux, romanziere e saggista francese, ministro della cultura dal 1959 al 1969, e sul suo Le Musée Imaginaire (1947):
http://artedelnovecento.blog.dada.net/post/276289/Il+museo+virtuale
C’è anche una tesi on line (a pagamento) proprio sull’argomento di questo post-presentazione
http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=1182
e questa ne è la bibliografia ragionata:
http://www.tesionline.it/__PDF/1182/1182b.pdf
Nella presentazione della tesi si legge: “Il concetto di Museo Immaginario (cioè di quel Museo che ciascuno porta dietro le palpebre) nasce in Malraux dall'intuizione, mediata dalla lettura di Benjamin, che la riproduzione fotografica decontestualizza l'opera d'arte e così facendo la restituisce pienamente a se stessa (perchè la allontana da tutto ciò che non le è pienamente attinente). Quello che si è voluto fare è proprio analizzare quest'intuizione alla luce delle tecnologie digitali che elevano in massimo grado la possibilità di astrarre dalla concretezza dell'oggetto artistico stesso”.
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