martedì 15 gennaio 2008

Crisi dell'icona

Il vitello d’oro che scatena l’ira di Mosé, appena sceso dal Sinai con in mano le tavole della Legge, è un esempio chiarissimo della differenza che intercorre tra un simulacro e un idolo: la stessa che differenzia le religioni organizzate dai culti tribali.
Una tale differenza è il primo motore di una vicenda complessa e travagliata che divide la Chiesa d’oriente a partire dal 726 e che si protrae per almeno un secolo.




Anno 726, Costantinopoli, porta detta della Chalke. Tra le proteste del clero, impotente, viene distrutta la veneratissima icona di Cristo che decora questa principale porta del palazzo imperiale verso la città. La capitale è sconvolta da gravi disordini, che paiono precipitarla nello stesso caos della rivolta detta della Nika, avvenuta nel lontano 532. Chi ha istigato i primi iconoclasti? Si dice che dietro l’evento si nasconda lo stesso imperatore Leone III l’Isaurico, il quale effettivamente ne ricaverebbe molti vantaggi: con un’azione di tale valore simbolico mostrerebbe di voler imporre la sua volontà sulle gerarchie ecclesiastiche, che stanno diventando troppo potenti in città e nel territorio (molti monasteri posseggono icone veneratissime e si arricchiscono in quanto meta di pellegrinaggi), e allo stesso tempo si ingrazierebbe il favore dell’esercito, in larga parte composto da truppe originarie di regioni di culto aniconico, di origine giudaica o islamica. Per questo gli avvenimenti precipitano abbastanza rapidamente. Con un editto imperiale Leone vieta nel 730 la rappresentazione antropomorfa della divinità e dà il via alla sistematica distruzione delle icone in tutto l’impero. Chi si oppone viene messo a tacere, come accade al patriarca ortodosso Germano, che verrà deposto.

Dunque è una storia dai caratteri più politici che religiosi quella che inizia nel 726 e che sarà destinata a veder ribaltate le posizioni originarie nel 787, quando l’iconodula imperatrice Irene riaffermerà l’importanza delle immagini sacre con il secondo Concilio di Nicea? La risposta non è così immediata né univoca.
Se si approfondisce il tema si scopre che la disputa ha certamente obbiettivi tanto politici quanto dogmatici, ma che anche - e forse soprattutto - nasconde un dubbio, di antica data, sul valore attribuito alle immagini e sulla loro capacità di rappresentare la verità.


http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761572300/Iconoclastia.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Iconoclastia
Riferimenti di base

http://imperobizantino.it/Storia-art26.html
Inquadramento, come i precedenti, semplice e schematico, ma efficace. Tratto da un sito particolarmente ricco di informazioni.

http://www.artcurel.it/ARTCUREL/RUBRICHEAUTORI/silviobrachetta/SBdisputaiconoclastieortodossiteologiaearte.htm
Silvio Brachetta analizza l’evoluzione dell’iconoclastia in tre tappe: sintesi della problematica teologica; sviluppo dell’iconoclastia in occidente; riflessi nell’arte.

http://www.eresie.it/it/id265.htm
Da un ex-dizionario di eresie, altro inquadramento di base, con maggior attenzione allo sviluppo delle eresie.

http://apologetica.altervista.org/iconoclastia_idolatria_latria_dulia.htm
Da un sito di Apologetica Cattolica (quindi visibilmente orientato), la distinzione tra termini come iconoclastia, idolatria, latria, culto di venerazione o dulia.

http://cronologia.leonardo.it/storia/anno652a.htm
Nell’analisi degli eventi situati tra l’anno 652 e il 742 si affrontano le problematiche politiche sottese alla dottrina iconoclasta. A partire dal fatto che l’imperatore Leone III avesse tutto l’interesse a riconciliarsi con i Musulmani...

http://www.parodos.it/discussioni1.htm
Interessante sintesi, ben documentata, che instaura un collegamento tra la crisi iconoclasta e i Libri Carolini, composti nell'ambiente di Carlo Magno. “I teologi carolingi erano stati disturbati dal fatto che nella traduzione latina degli atti di Nicea si fosse usato un unico termine, 'adoratio', in luogo dei due che distinguevano il culto dovuto all'immagine dal culto dovuto a Dio. (...) L'immagine non era un idolo ma poteva divenirlo se utilizzata in modo scorretto.”

http://www.intratext.com/IXT/ITA0139/
Gli atti del secondo Concilio di Nicea (787), con il testo dell'anatema lanciato contro ogni forma di iconoclastia.

http://www.homolaicus.com/storia/medioevo/iconografia/index.htm
Anche questo sito, dal sottotitolo “per un’alternativa umanistica”, è ideologicamente orientato e andrà esplorato tenendone conto. Per capirlo, basti citare l’inizio della trattazione.”Qual è la differenza tra l’arte greca classica e l’iconografia bizantina? La differenza sta nel fatto che mentre la prima colpisce per la perfezione delle forme, la seconda invece colpisce per l’intensità del contenuto. Là domina l’estetica, qui la religione; là l’intellettualismo astratto, qui l’interiorità spiritualizzata.”

http://www.archeosofica.org/index.php/Storia-dell-Iconoclastia.html
Si segnala il sito solo come campione qualitativo di alcune derive che spesso si incontrano in rete. Svarioni macroscopici si affiancano a sviste concettuali, all’interno di un testo non sempre trasparente nelle scelte linguistiche. Ad esempio il II concilio di Nicea del 787 diventa il VII (!) e, peggio, fenomeni di segno diverso e quindi contrapposti anche negli esiti come “la tendenza idolatra del popolo e la mancanza di una vera comprensione della teologia che giustifica l'icona” vengono accostati per spiegare la distruzione delle icone. Da leggere con giusto sospetto.

http://www.internetbookshop.it/code/9788842081401/bettetini-maria/contro-immagini-radici.html
Maria Bettetini ha insegnato Storia della filosofia medievale all'Università Ca' Foscari di Venezia ed è docente di Estetica all'Università Iulm di Milano. Nel suo testo Contro le immagini. Le radici dell'iconoclastia (Bari, Laterza, ) constata che "non occorre attendere una cosiddetta civiltà delle immagini per accorgersi del loro tremendo potere". Una serrata analisi delle diverse forme di iconoclastia succedutesi nei secoli, proprie di platonici e islamici, di ebrei e cristiani, che si riverberano nella nostra epoca.

http://www.iconoclasm.dk/?cat=2
Da segnalare senz’altro, infine, il blog dedicato a “Early Christian Iconoclasm, Late Antiquity, Archaeology and more” di Troels Myrup.