martedì 15 gennaio 2008

La Russia delle icone


L’aspetto sognante e l’immaterialità metafisica dei dipinti di Andreij Rublev rimangono a lungo impressi in colui che li ha potuti contemplare. Nel famoso volto di Cristo consunto e mutilo, proveniente dalla deesis della cattedrale di Zvenigorod, la malinconica consapevolezza dello sguardo sembra ad un tempo sia umanissima, sia segno della lontananza di quell’Archetipo, presente e invisibile, al quale l’immagine vuole innalzare l’anima. Nello spiritualismo dei pittori di icone della Rus’ trovano quindi degna eco e nuova vita le teorie estetiche eleborate a Bisanzio.


http://www.larici.it/culturadellest/icone/index.htm
Tra i vari articoli sulle icone russe presenti in questo bel sito citiamo, solo a titolo di esempio, i tre seguenti:
Daniele Ludovico Viganò, L'icona: tra immanenza e trascendenza, 2002
Cristina Alloggio, Icone russe: i colori dell'invisibile, 2003
Fernando Clerici, Sulla prospettiva inversa o invertita, 2005

http://www.palazzomontanari.com/permanenti_elenco_new.asp?q_order=opr_ordertitolo&q_tipo=1&q_stringa=&q_ricerca=&q_szn=3
Sito della ricca collezione permanente di icone russe di Palazzo Montanari a Vicenza. Ricco di strumenti didattici, come un glossario e un database agiografico, vi viene presentata l’intera collezione, con la possibilità di una visita virtuale, organizzandone la visita secondo diverse modalità. È suddiviso in otto sezioni: L'iconostasi, Prefigurazioni, Le feste, Meditazioni, La Madre di Dio, Protezione della Madre di Dio, I Santi I rivestimenti preziosi. Entrandoci e cliccando su “Approfondimenti” appaiono brevi ma esaurienti schede per ciascuna di esse.

http://www.homolaicus.com/storia/medioevo/iconografia/5.htm
“Il boom dell'arte iconografica russa si verifica nei secoli XIV e XV, poco prima del crollo definitivo dell’impero bizantino, nei secoli dei grandi santi russi, nell’epoca in cui la Russia si raccoglie attorno al monastero di san Sergio e risorge dalle rovine delle invasioni tatare”. Suddivisa in tre parti, la sezione russa di un sito in altri parti discutibile offre qui un'interessante panoramica informativa dell’argomento.
.

(P.S. Il volto di Cristo da cui siamo partiti è stato oggetto di uno dei più straordinari omaggi che un artista abbia tributato ad un altro artista. Nel nostro caso, un omaggio reso a Rublev da parte di un altro Andreij, il regista Tarkovsky. Nel film omonimo sul pittore di icone, l’idea di un’incolmabile assenza che trapela da quel volto è stata magistralmente resa dagli ultimi fotogrammi, i soli a colori di un intero film in bianco e nero. Se essi non concludessero un'opera che già di per sé è un capolavoro, nella loro assoluta poesia varrebbero da soli tutto il film).